Covid-19 e vaccino in gravidanza.

Nei trials clinici di terza fase di sperimentazione sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino Covid -19, non sono state incluse le donne in gravidanza. E’ per questo motivo che attualmente non abbiamo dati certi sulla sua sicurezza in questa particolare categoria di soggetti. Tuttavia la letteratura scientifica riporta dati sia sulla sperimentazione in animali, sia sulla somministrazione accidentale in donne in gravidanza del vaccino, senza un riscontro successivo di effetti teratogeni, danni cioè riscontrati al feto alla nascita. L’AIFA,  l’ agenzia italiana del farmaco sul suo sito alla voce vaccinazione in gravidanza, sottolinea l’attuale carenza di dati e pur non specificando in maniera esauriente non esclude la vaccinazione esortando il medico ad avere un colloquio con la paziente per rassicurala su eventuali rischi tenendo conto che i rischi di contrarre la malattia per la donna in gravidanza sono sicuramente superiori a quelli dovuti al vaccino. Non fornisce dati né altre indicazioni. Attualmente però disponiamo di dati ed è su questi dati che ci dobbiamo basare per trasmettere un’informazione corretta fornendone anche la fonte, perché oggi la medicina corretta è quella basata sull’evidenza data dai lavori scientifici.

Vorrei ricordare cosa si intende per medicina basata sull’evidenze (EBM). La Medicina fondata sulle prove, secondo la definizione di David L. Sackett, con Archibald Cochrane fra i “padri” della EBM, è “l’integrazione delle migliori prove di efficacia clinica con la esperienza e l’abilità del medico ed i valori del Paziente”.

E’ per questo che allora dobbiamo fornire i dati e dire che sono oltre 100.000 le donne in gravidanza vaccinate. Dobbiamo fornire tutti i dati sulla base dei quali le Società Scientifiche americane di ostetricia e ginecologia consigliano la vaccinazione.

Spiegare che in gravidanza il sistema immunitario della donna è in uno stato particolare perchè indirizzato alla protezione del feto. Che l’mRNA non interagisce sul nucleo della cellula alterando il DNA e che anche i vaccini che utilizzano l’adenovirus, utilizzati ampiamente in passato non causano danni rilevanti.

Vaccinarsi nelle prime fasi della gravidanza espone la donna a rischi di manifestazioni febbrili che sarebe meglio evitare. La vaccinazione a partire dal secondo trimestre è allora consigliabile e produce una immunizzazione passiva del neonato, con copertura anticorpale che dura per un certo tempo proteggendolo. Bisogna quindi, per dare una corretta informazione, fornirsi di dati aggiornati sull’argomento ed esporli in maniera corretta alla donna in modo che uniti all’esperienza del medico possano integrarsi con i valori del Paziente per una serena e corretta decisione.

Bibliografia

COVID-19 vaccine testing in pregnant females is necessary

Sabra L. Klein,1 Patrick S. Creisher,1 and Irina Burd2 Published January 14, 2021

Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Vaccines and Pregnancy: What Obstetricians Need to Know
Sonja A Rasmussen 1 , Colleen F Kelley, John P Horton, Denise J Jamieson

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