Quella attuale è una delle stagioni invernali con più casi di malattia influenzale. Con oltre 6,7 milioni di casi in totale si sta assistendo al picco influenzale più pesante degli ultimi 15 anni. La causa va ricercata nei diversi virus respiratori il principale dei quali è il virus A/H1N1 responsabile dei numerosi accessi ai pronto soccorso registrati in questi giorni. Ma come facciamo a rilevare questi dati? Innanzitutto occorre fare una precisazione. Dalla stagione influenzale 2014- 015 si è adottata una definizione clinica di sindrome simil influenzale comune agli Stati europei. La definizione comprende la presenza improvvisa e rapida di alcuni sintomi generici. Questi sono rappresentati da febbre o febbricola, malessere con astenia, mal di testa e dolori muscolari. Per quanto riguarda i sintomi inerenti propriamente all’apparato respiratorio, questi sono costituiti da tosse, mal di gola e affanno. In base a questa definizione vengono raccolti i dati tramite un sistema di sorveglianza integrata virologica ed epidemiologica (RespiVirNet) coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il sostegno del Ministero della Salute, dati forniti dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e laboratori di riferimento regionale per i virus respiratori. Tali sistemi di sorveglianza forniscono le rilevazioni sul territorio che verranno successivamente elaborati per definire l’inizio, la durata, l’intensità dell’epidemia. Per quanto riguarda la sorveglianza virologica hanno come obiettivo l’identificazione e il monitoraggio della circolazione dei diversi virus responsabili della epidemia influenzale. In base a queste osservazioni si è potuto appurare che il principale virus attualmente responsabile dell’epidemia è il ceppo A/H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009) in circolazione già da dal 2009. Il virus di origine suina è diventato poi un virus dell’influenza umana. La trasmissione avviene per via aerea, come tutti i virus influenzali, soprattutto nella stagione fredda. Contrariamente a quanto si possa immaginare i gruppi maggiormente colpiti sono i bambini e i giovani. Quest’anno l’epidemia ha un andamento maggiore perché, pur trattandosi dello stesso virus del 2009, ha delle varianti, varianti del resto già previste nella formulazione del vaccino antinfluenzale consigliato quest’anno. La cura naturalmente vede come prima regola il riposo a casa per 3-4 giorni e la reintegrazione di liquidi e sali minerali che si possano perdere a causa della sudorazione dovuta allo stato febbrile. La terapia farmacologica è costituita essenzialmente da antinfiammatori eventualmente associati a farmaci mucolitici. Un’attenzione particolare va posta alle possibili complicanze dovute soprattutto alla polmonite virale primaria da virus influenzale. Bisogna fare attenzione anche alle possibili sovrainfezioni batteriche che in questo caso richiedono l’utilizzo di terapia antibiotica. Particolare attenzione va posta allo Pneumococco che costituisce la causa della complicanza maggiore dell’influenza costituita dalla polmonite. Per questo motivo è assolutamente raccomandata la vaccinazione antinfluenzale ma anche la vaccinazione anti pneumococcica per le categorie a rischio e per i soggetti di età maggiore di 65 anni affetti da malattie croniche. Attualmente abbiamo a disposizione dei vaccini antinfluenzali che vengano aggiornati di anno in anno a seconda dei ceppi virali previsti. Sono disponibili pertanto formulazioni quadrivalenti che contengono due virus di tipo A e due di tipo B. La vaccinazione è gratuita e raccomandata alle persone con più di 60 anni ma anche alle donne in gravidanza e post partum, le quali possono essere maggiormente a rischio di complicanze e ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. La vaccinazione è efficace dopo circa due settimane dalla inoculazione.