Ripensare la scuola al tempo del Covid-19

Quest’anno saranno tutti promossi. Le lezioni sono state fornite a distanza. Le nozioni sono state trasmesse. Ma è tutto qui? Viene spontaneo fare alcune considerazioni. La lezione on line è pre- confezionata e assolutamente riproducibile già nella sua presentazione. Può essere fruita da un numero considerevole di studenti anzi illimitato e può essere riprodotta e ascoltata all’infinito. Quando, giovane universitario assistevo alle lezioni di medicina, una sorta di riproducibilità, di surrogato di questa attuale riproducibilità della lezione veniva effettuata, mediante la registrazione o la trascrizione di appunti. Ma cosa c’è di diverso ora? O meglio cosa non c’è. Non c’è l’empatia che si instaura tra docente e discente, non c’è la condivisione dello spazio-tempo, non c’è la sottolineatura di alcune allocuzioni con l’enfasi, con le pause con i ritmi, con il tono della voce, con il linguaggio del corpo, con lo sguardo. Non si avverte lo sgranare degli occhi dell’alunno che ha appreso una nozione di cui è felice o lo smarrimento del suo sguardo quando sfugge il concetto. Non c’è l’aurea mistica che percepivo da studente assimilando anche gli odori dell’aula. Assente è anche l’atmosfera magica che ci appassionava alla materia e ci tracciava un percorso determinato di vita indirizzandoci verso il nostro futuro. Ricordo le lezioni di anatomia patologica, intrise di riferimenti culturali, semantici, storici del Professor Ascenzi (didimo, come Tommaso, gemello). Lezione come partecipazione corale. E ancora riecheggia la sua ultima frase al temine del corso: “sì è vero superare con me l’esame è come scalare una montagna ma se arrivate allea vetta vedrete un panorama unico”. E fu così. Ho cercato di trasmettere anch’io nelle mie lezioni la stessa empatia per far appassionare i giovani studenti. Introducevo le lezioni di malattie infettive fatte all’Ospedale di Malattie Polmonari Carlo Forlanini citando la Montagna incantata di Thomas Mann e la sua mirabile lezione agli studenti di Princeton. Lezione di vita.  Adesso è venuta meno la relazione educativa come pure la condivisione emotiva. Ma sta emergendo un altro aspetto: quello dell’ascensore sociale che si è fermato. Le famiglie più deboli risentono oggi della mancanza di sussidi tecnologici, di fibra veloce, hardware performanti. Ma soprattutto di quelle psoco-pedagogie innovative che preparano i giovani allo studio delle lingue, in particolare l’inglese, alla musica e non ultimo alle materie scientifiche che faranno in futuro la differenza. “Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.”
William Butler Yeats

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