Covid-19, AIDS e Guerra

Da sempre l’uomo ha dovuto combattere per la sua sopravvivenza con i microrganismi. Spesso è riuscito a contrastarli con le proprie difese immunitarie, altre volte ha dovuto soccombere. Più spesso ha trovato un compromesso. In quest’ultimo caso abbiamo distinto la situazione in simbiosi, in cui c’è un vantaggio per entrambi, uomo e microrganismi, oppure in parassitosi in cui il vantaggio è per uno solo. In questa atavica lotta l’uomo come specie intelligente ha utilizzato diversi mezzi per riuscire nei propri scopi, sconfiggere o eliminare del tutto gli avversari o sfruttarli a proprio vantaggio. Il vaiolo è un esempio. Con la vaccinazione di massa (questo sì era un vaccino degno di tale nome) l’uomo è riuscito ad eliminarlo dall’intero pianeta. Altri microrganismi si sono adattati all’uomo ed un esempio per tutti è costituito dalla flora microbica intestinale (il cosiddetto microbiota) che contribuisce alle funzioni del nostro organismo partecipando anche alla costituzione del nostro sistema difensivo il cosiddetto sistema immunitario. Ogni qualvolta appare alla ribalta della cronaca un nuovo agente patogeno, si scatena il panico collettivo, si proiettano scenari apocalittici, si improvvisano soluzioni, si creano nuovi miti, nuovi esperti (sedicenti), nuove miracolose soluzioni (certamente non risolutrici) in uno scenario di impreparazione e di pressappochismo sconcertante. Vengono ignorati alcuni principi della scienza che oggi nel terzo millennio si rivelano di una gravità estrema. Mi riferisco innanzitutto al sistema di sorveglianza delle malattie infettive ma anche di altre patologie. Con le tecnologie di cui disponiamo attualmente, siamo in grado di controllare costantemente il microcosmo (ma anche il macrocosmo) e di prevedere per tempo nuovi possibili scenari evolutivi di sanità pubblica. Nella scienza nulla è affidato al caso. Già Democrito nel 400 a. C. discuteva su questi temi, ripresi nel 1970 dal premio Nobel per la medicina nel 1965 Jaques Monod nel suo libro il caso e la necessità.  Noi possiamo monitorare tutti i virus conosciuti e prevederne la possibile evoluzione. Lo abbiamo fatto in passato per H1N1 e per molti altri virus e lo stiamo facendo per altri. Ma c’è qualcosa che non funziona. La gestione dell’informazione. L’utilizzo dell’informazione a vantaggio di alcuni. Siamo in un’epoca in cui erroneamente crediamo che internet e altri sistemi di comunicazione abbiano reso la conoscenza alla portata di tutti. Purtroppo non è così. Tutt’altro. La vera conoscenza è ancora appannaggio di pochi. Ma cosa c’entra l’AIDS con il Covid-19. Sono state entrambe studiate già prima della loro diffusione. Per l’AIDS si è ricostruita anche la filogenesi (evoluzione e storia di gruppi di virus). Ma cosa c’entra la guerra. Anche la guerra ha una sua evoluzione e i suoi segreti. L’affondamento della nave russa è stato un evento di rilievo ma poco enfatizzato sul piano bellico. La tecnologia ha raggiunto livelli ai più impensabili anche sul profilo ormai sempre più rilevante dell’informatica. Ci sono dei sistemi informatici così sofisticati che fuggono ai controlli di attacchi informatici perché seguono obiettivi di alterazione di parametri impensabili e per questo non rilevati. Ma come mettere insieme Covid-19, AIDS e Guerra? Cosa hanno come comune minimo denominatore? Le malattie infettive seguono degli assiomi. Anche le malattie infettive invecchiano. Si chiama patomorfosi. Nessun virus può distruggere tutti i suoi ospiti altrimenti si autodistrugge. Questo vale anche per l’uomo.

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