Dopo aver disquisito per mesi sulla condizione del paziente asintomatico finalmente si leggono sui giornali dichiarazioni di “eminenti” scienziati che dopo vari ripensamenti asseriscono che gli asintomatici sono contagiosi. Se solo avessero fatto il servizio militare, magari come ufficiale medico, avrebbero appreso che i casi di meningite riscontrati tra i soldati, in alcuni casi mortali facevano scattare delle misure di igiene e profilassi per evitare il diffondersi dell’infezione. Il tampone rilevava la presenza del meningococco nel faringe nei soldati asintomatici con una certa frequenza e si somministrava una profilassi antibiotica ai contatti stretti costituiti dai commilitoni che dormivano nella stessa camerata per evitare nuovi casi. Peccato non abbiano fatto il militare, che lo abbiano in qualche modo evitato essendo alla loro epoca obbligatorio, come peccato che non abbiano un retroterra culturale sulle malattie infettive basato sulla clinica e la pratica ma solo sul numero di pubblicazioni, anche numerose, anche oltre duecento. Peccato ancora che nessuna di queste duecento pubblicazioni sia valsa loro un riconoscimento, un premio Nobel, ma siano servite solo per occupare una poltrona. Che nessuna di queste sia stata determinante per il clinico nel suggerire un modello di comportamento diverso o abbia aperto nuove strade. Tralascio le considerazioni sui finanziamenti ricevuti e sulla quantificazione, a volte esorbitante, e sul fatto che nessuno gliene abbia mai chiesto conto. Un’altra considerazione va fatta sul portatore. Già da più di 40 anni abbiamo disquisito anche da un punto di vista semantico, per alcune malattie virali sul concetto di portatore di virus. Nel caso dell’epatite B, per fare solo un esempio, si è passati dal termine di portatore “sano”, a portatore “asintomatico” ed infine a portatore “inattivo”. Si è tolto il termine “sano” poichè in qualche modo la persona affetta da un virus ha in qualche maniera compromesso il suo stato di salute non fosse altro per l’impegno del sistema immunitario nel contenerlo. Naturalmente tutto ciò è dimostrabile scientificamente e riscontrabile in letteratura. Inviterei pertanto coloro che sia avvalgono di tali consulenti di verificare la competenza acquisita sul campo e non sulle carte.